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Spettacoli

Teresa Mannino e Crowe scatenano l’inferno E lui mima il qua qua

today9 Febbraio 2024 4

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Assediato da trattori, mucche e polemiche furibonde per il caso Travolta, non era facile stasera ritrovare sorriso e leggerezza sul palco dell’Ariston. E invece la terza serata di Sanremo è la più riuscita e scorrevole grazie a una vincitrice a sorpresa, Teresa Mannino. Strapazza Amadeus, desacralizza la ritualità del Festival, ironizza sulle scale, fa la diva in braccio ai tre ragazzi de Il Volo e soprattutto ci regala un’esilarante immagine di società opposta alla nostra, quella delle formiche, dove tuto fila liscio “perché comandano le femmine e i maschi servono solo a continuare la specie”. In soccorso di un Amadeus di certo provato dalle tante polemiche al punto da perdere anche le staffe durante la conferenza stampa mattutina arriva l’amico Gianni Morandi e soprattutto Russell Crowe che con elegante ironia scherza sul caso Travolta e mima ‘il ballo del qua qua’ che ha tanto indispettito il collega hollywoodiano. Ed è poi Fiorello a mettere la parola fine sulla querelle scherzandoci su: “Abbiamo avuto una denuncia dall’associazione papere italiane: è la cosa peggiore successa alle papere dopo la caccia”. Ma poi sarà davvero finita qui? Con Sanremo non si può mai dire.  

Amadeus inizia la terza serata togliendosi qualche sassolino. Non riesce a non tornare sulla polemica intorno a John Travolta: “Si sono perse troppe parole sulla presenza dell’attore e troppo poche sulla straordinaria testimonianza del maestro Giovanni Allevi”. Intanto la gara decolla. Il primo a esibirsi è Il Tre presentato dalla regina del rock italiano Loredana Berté. Segno che Amadeus non vuole perdere tempo, per chiudere qualche minuto prima delle due. Sul palco salgono Maninni con Spettacolare presentato da Alfa e Bnkr44 con Governo punk presentati da Fred De Palma, ancora Clara che presenta Santi Francesi con L’amore in bocca.

“Sanremo si ama, Ama si ama, si amano tutti ma io non scendo”. Sono le 21.30 quando finalmente arriva Teresa Mannino e con lei la leggerezza. Tra battute sul suo vestito: “Non ho ucciso uccelli, vorrei evitare un’altra polemica”, scale pericolose e inutili: “Queste scale sono diverse da tutte le scale del mondo, perché hanno le curve, il pavimento di vetro e poi non servono a niente – dice l’attrice – perché ci sono altri otto ingressi. Qua dietro si prega, ci sono amuleti, segni della croce”, fa ridere tutti. 

Eros pacifista

Ma è subito momento nostalgia con Eros Ramazzotti. Il primo ospite della serata festeggia sul palco dell’Ariston i 40 anni di Terra promessa che ha cantato con tutto il pubblico. E poi il primo collegamento con Fiorello dall’Aristonello che torna sul caso Travolta: “Se avessimo scippato una vecchietta ci avrebbero insultato meno, dopo tutto uno scippo è meno grave del Ballo del qua qua”. La gara marcia serrata con Rose Villain e la sua Click boom! presentata da Gazzelle.

Le morti sul lavoro

Salgono sul palco Stefano Massini e Paolo Jannacci con L’uomo nel lampo, la canzone dedicata a chi è morto sul lavoro. Amadeus ci tiene a portare i temi di attualità dentro il suo Festival e lo spiega: “Sanremo è musica, è la kermesse della canzone italiana, Sanremo è riflessione e dobbiamo riflettere su cose importanti e drammatiche, pensate che in Italia 4 lavoratori ogni giorno non tornano più a casa, sono 1485 morti che non fanno notizia, immaginiamo un operaio in fabbrica, durante il turno c’è un’esplosione e i suoi colleghi diranno lo abbiamo visto sparire come in un lampo. Ho ascoltato una canzone bellissima, ascoltatela anche voi con attenzione”. Si torna subito alla leggerezza però con Sabrina Ferilli e alla gara con Alessandra Amoroso. Arriva anche l’amico Gianni Morandi un anno dopo aver condotto il Festival con Amadeus: “Mi sei mancato– confessa il direttore artistico- ti volevo almeno come ospite”. 

L’arrivo di Russell Crowe

Il Gladiatore torna all’Ariston pronunciando l’epica battuta del kolossal di Ridley Scott che risuona in italiano: “Al mio segnale scatenate l’inferno”. Ma l’attore fa qualcosa di inatteso, porta infatti il suo rock all’Ariston, cantando il brano “Let the light shine” con la sua band “The Gentlemen Barbers” e lancia proprio dal palco sanremese il suo tour. Va tutto liscio, nessuna gag pericolosa. Strepitoso l’abbraccio con Mannino urlando “Teresa”. Alla fine sono loro: il gladiatore e la mattatrice che trascinano via dalle polemiche il Festival.

Il monologo di Teresa Mannino

“Dovremmo copiare la società delle formiche taglia foglia”. Teresa Mannino porta una riflessione sul rapporto tra gli umani e il pianeta. Poca retorica e molta ironia: “Allora ragazzi siamo nel 2024, ma ragioniamo come 2024 anni fa. Non era meglio l’essere umano, o meglio l’animale umano, perché noi siamo animali, non ce lo dobbiamo dimenticare, ogni volta che vedo mio cognato non me lo dimentico. Noi abbiamo il 50% del nostro patrimonio genetico uguale alle banane, con le scimmie, scimpanzé e altri primati abbiamo in comune il 98% del nostro patrimonio genetico, solo che questa informazione non è molto diffusa perché gli scimpanzé non vogliono farlo sapere. Noi siamo presuntuosi perché parliamo, ma gli animali hanno un altro modo di comunicare, noi siciliani quando arriva uno dal Nord gli parliamo in siciliano e se non capiscono diciamo questo è cretino. Però noi diciamo Chisto è cretino, la stessa presunzione l’abbiamo nei confronti degli altri essere viventi, ma comunicano in altro modo, gli animali col corpo con i suoni, ad esempio i babbuini si salutano strizzandosi il pene e con questo semplice gesto acquisiscono tante informazioni, non hanno bisogno di chiedere quanti anni hai, capiscono anche la possibilità a collaborare. Nell’antico testamento Giobbe dice interroga gli animali e ti insegneranno. Io ho interrogato le formiche taglia foglia, loro coltivano come noi, loro coltivano funghi, perché gli piacciono assai, fanno agricoltura da 50 milioni di anni e non hanno rovinato niente, noi facciamo agricoltura da milioni di anni e sono sul nostro pianeta da 150 milioni di anni e non si sono estinte, noi solo da due milioni di anni, sono pazzesche e intelligentissime. La società delle formiche taglia foglia ha una regina madre, i maschi sono una piccola minoranza, la regina madre sceglie il sesso dei nascituri e quali sceglie? Femmine, i maschi nascono una volta all’anno per proseguire la specie, hanno il compito di fare questo volo nuziale e poi muoiono. Ma quanto sono  avanti? Non hanno problemi con gli ex, come va con quello? È morto e con quello di adesso? Questione di ore. Gli animali umani preferiscono il potere, sugli uomini, sulla natura. Anche a me piace il potere, ma il potere di, che è tutta un’altra cosa, il potere di farvi ridere, di vestirmi di piume, di ballare in mezzo alla strada anche se mia figlia dice che la faccio vergognare”. 

La riflessione di Edoardo Leo

Il Festival corre verso la chiusura. Cantano gli ultimi artisti in gara e arriva anche l’ultimo ospite. Sale sul palco l’attore Edoardo Leo portando una bellissima riflessione: “Penso che ogni artista nel suo ambito sia stato un clandestino. Gli autori provano nel bene e nel male di parlare della realtà, del presente e questo presente è terribile, si parla di femminicidi, guerre, cessate il fuoco e tu da artista ti chiedi che cosa posso fare di concreto rispetto a dottori, medici, che aiutano davvero? Hai la sensazione che l’arte, il cinema, le canzoni, non possono fare granché e che gli artisti siano inutili. Poi nella vita succedono cose impensabili, un amico ti tradisce, perdi un genitore, un figlio, in quel momento leggere sapere che qualcuno ha scritto del tuo dolore, diventa una salvezza, perché non dai veramente importanza al testo di una posesi di una canzone se non ti accorgi che quel testo parla di te, allora quella canzone, quella poesia è un abbraccio che ti sostiene, mentre stai per affondare. E’ una cura non sono solo parole, è una medciina per le tue ferite invisibili. E la stessa cosa accade quando provi una grande felicità, siamo innamorati di qualcuno diciamo di provare cose indescrivibili, diciamo non ho parole, e in quel momento dedichiamo una canzone, una poesia, le parole che tu non hai te le ha regalate un poeta che non conosci, piangere di gioia per un film che parla di te, ti fa stare meglio. Non è solo intrattenimento è cura, è medicina, è un antinfiammatorio per l’anima. L’altra straordinaria medicina è ridere, poesia e comicità sono simili, un poeta mette in connessione cose che non avremmo mai pensato, per questo dovremmo tenerci cari i nostri artisti, i nostri commedianti, perché ci fanno ridere. L’umorismo, la comicità, la satira si fa sempre dal basso verso l’alto, vedere come un paese tratta i propri artisti è comprendere lo stato di salute di un paese”. 

La top five di giovedì: in vetta c’è Angelina Mango, poi Ghali, Alessandra Amoroso, Il Tre e Mr Rain. 





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Scritto da: redazione

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