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Angelina Mango si racconta: sono arrivate presto e più del dovuto le responsabilità

today22 Marzo 2024 12

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La giovane artista racconta il suo passato e le sue scelte

“Mi sono abituata a trovare il comico anche nel negativo, ancora prima che accadesse tutto quello che ci ha scombussolato”. Angelina Mango, a un mese e mezzo dall’Eurovision Song Contest, si racconta in una lunga intervista al Corriere della Sera. La figlia di Laura Valente (per dieci anni la voce dei Matia Bazar) e Pino Mango, scomparso dieci anni fa, ha ripercorso un anno frenetico, passato dal fare la babysitter a vincere Sanremo.   

“Avevo finito la scuola da due anni, avevo mollato l’università, facevo la babysitter. Chi mi circondava aveva idee chiare sulla quotidianità, a me mancava impegno stabile che fosse un lavoro o lo studio, mancava una stabilità quotidiana. Mi frustrava e mi sentivo diversa. Non mi sentivo soddisfatta e volevo rendermi utile a me stessa. Mi è arrivata la proposta e le ipotesi erano due: o andare a studiare inglese all’estero o buttarsi. Ho smattato e ho mandato un demo e dei video. Mi hanno richiamata e sono andata a Roma per il provino [di Amici di Maria De Filippi, ndr] praticamente in after, mi ero svegliata alle 4 per prendere il treno… Mi hanno presa e non sono nemmeno potuta tornare da casa, sono andata diretta in hotel per la quarantena prima di entrare nella scuola!”.

Angelina di definisce una “bambina incasinata”, perché è cresciuta velocemente: “sono arrivate presto e più del dovuto le responsabilità, come il prendersi cura di chi hai intorno. Quando sei piccola, vedere in maniera cruda quello che ti offre la vita ti incasina. Capisci subito che non sarà tutto liscio. Poi col tempo si snodano i traumi. L’essere cinica forse viene da lì”.

La giovane cantautrice, nata a Maratea il 10 aprile 2001, dice che la musica per lei è condivisione. “Mi ricordo che mio fratello, ha sei anni più di me, spesso si metteva al pianoforte e io cantavo e ballavo perché non ho mai vissuto la musica solo con la voce, ma con tutte le parti del corpo. E i nostri genitori stavano lì ad ascoltarci. Sono momenti che restano e sono diventati un’abitudine che ancora oggi rimane nei pranzi di famiglia. Papà raccontava spesso di quando un giorno entrando in casa trovò mio fratello in camera che scriveva una canzone, io che suonavo una tastierina nella mia, e mamma nello studio che registrava: ‘E io con chi parlo?’, disse”.

(Foto Getty Images)





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Scritto da: redazione

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