«Da Bruxelles sono arrivate risposte alle istanze degli agricoltori. Le manifestazioni di piazza sono state importanti. Però attenzione: le proteste hanno accelerato le decisioni ma le soluzioni non sono venute dalla piazza ma dal lavoro e dal confronto impostato nei mesi scorsi con le istituzioni e con gli altri governi». Ne è convinto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che a oltre due mesi dalle prime manifestazioni di protesta traccia un primo bilancio delle risposte messe in campo da Bruxelles. «Fondamentale – ha aggiunto Prandini – è stata la battaglia condotta dalla premier Meloni per la revisione dei vincoli sugli aiuti di Stato. Per primi, avevamo chiesto la revisione al rialzo dei precedenti tetti e l’utilizzo di questa misura anche per la moratoria dei debiti delle imprese agricole. Aver raggiunto questi risultati è stato un contributo decisivo per alleviare le difficoltà degli agricoltori. Con i precedenti vincoli si assisteva, tra l’altro, a un paradossale cortocircuito: nel caso dei danni da maltempo più di una volta ci si è trovati con risorse e ristori stanziati dal Governo ma che non potevano essere incassati dalle imprese perché il tetto sugli aiuti di Stato già era stato raggiunto».
Risposte sono arrivate anche sulla Pac, sui fertilizzanti, sul packaging.
Gli europarlamentari italiani hanno lavorato al di là degli schieramenti tutelando gli interessi del nostro Paese o cercando di limitare l’impatto di decisioni Ue che avrebbero potuto essere penalizzanti. Ad esempio, sul dossier imballaggi si è riusciti a recuperare parte degli investimenti effettuati dal nostro Paese sul riciclo e che rischiavano di essere vanificati. Abbiamo ottenuto la riapertura del capitolo sui fertilizzanti e maggiore flessibilità sulle emissioni.
Anche sulla semplificazione della Pac sono venute risposte.
Rilevante la forte semplificazione burocratica per le 500mila imprese italiane con meno di 10 ettari di superficie. E un dimezzamento della burocrazia avverrà anche per quelle più grandi.
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