di Askanews
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Roma, 3 apr. (askanews) – Con “E la festa continua!”, nei cinema dall’11 aprile, il regista Robert Guédiguian torna a raccontare la sua Marsiglia, in una storia in cui tocca temi sociali, la politica, i passaggi di generazioni, il legame con le proprie origini e quelli con la propria famiglia, l’amore in tarda età: racconta dunque, con uno splendido equilibrio, la vita. Protagonista del suo film è ancora una volta la moglie, Ariane Ascaride, che proprio con due film di Guédiguian, “Marius e Jeanette” e “Gloria Mundi”, ha vinto il César e la Coppa Volpi.Rosa è il cuore e l’anima del suo quartiere popolare nella vecchia Marsiglia.
Divide la sua energia strabordante tra la sua famiglia numerosa e unita, il lavoro da infermiera e il suo impegno politico a favore dei più svantaggiati. E’ un motore rivoluzionario, che accende tutti quelli che sono intorno a lei.”Tutti i personaggi del film sono dei rivoluzionari perché non rinunciano all’azione collettiva, ognuno nella propria maniera. Il film è fatto da un insieme di personaggi di età e ambienti diversi che hanno tutti la stessa qualità, non rinunciano all’azione collettiva e quindi non rinunciano a fare politica, a loro modo” spiega Guédiguian.Rosa nella sua attività politica si batte per superare le divisioni che persistono all’interno della sinistra. Ma è stanca di certe dinamiche, è vicina alla pensione, un po’ disillusa. Quando incontra Henri, interpretato da Jean-Pierre Darroussin, si riapre ai sentimenti e sembra meno interessata alle battaglie politiche. Ma Ariane Ascaride dice, “È il grande errore che si compie oggi. Non so perché a partire da una certa età si inizia a pensare in maniera più individualista. È una cosa che io non capisco: non ha senso godere di qualcosa da soli e non insieme agli altri. Io avevo voglia da giovane di cambiare il mondo e ne ho ancora voglia. Quando ci ripieghiamo su noi stessi e la sinistra, nei vari Paesi europei, non riesce ad avere un linguaggio comune, allora lasciamo spazio all stupidità, all’oscurantismo, all’ignoranza, al fascismo”.
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