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Tecnologia

ecco il confronto e cosa abbiamo scoperto

today13 Aprile 2024 29

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Dopo aver parlato di Xiaomi 14 Ultra come il miglior cameraphone in commercio nella recensione dedicata, abbiamo deciso di metterlo a dura prova: notando come riuscisse a far sensibilmente meglio degli altri smartphone lo abbiamo messo a confronto con una fotocamera vera e propria, una mirrorless compatta, ovvero quel segmento che cerca di sostituire. Anziché scegliere però una point & shoot con sensore da 1 pollice, proprio come il principale di 14 Ultra, abbiamo scelto una micro quattro terzi così da avere un sensore nettamente più grande e rendere la sfida più ardua ed interessante. Il video YouTube è completamente realizzato da clip di Xiaomi 14 Ultra e iPhone 14 Pro, così da potervi fare una idea anche sulla qualità video di essi.



Recensione Xiaomi 14 Ultra,





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Migliori smartphone per foto e video: i top per fascia di prezzo ad aprile 2024





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La fotocamera che ho personalmente scelto è una XiaoYI M1, che tra l’altro nacque nel 2016 proprio sotto quello che era a tutti gli effetti un sub-brand di Xiaomi. Ho utilizzato questa fotocamera per più di 4 anni nei quali mi ha permesso di realizzare ben oltre 300 contenuti YouTube. Grazie infatti al suo eccellente sensore Sony IMX269 da 20mpx, lo stesso utilizzato ad esempio anche su una Olympus Pen-F o Panasonic GX9, si ottenevano degli eccellenti video e foto. Con delle dimensioni di 114 x 64 x 32 mm ed un peso di 281g può risultare in alcuni casi più compatta di uno smartphone.

Seppur abbia quasi otto anni ormai sulle spalle il mondo dei sensori micro quattro terzi non è poi così cambiato e poiché a noi in questo confronto interessa la qualità di immagine nuda e cruda, non cambierebbe nulla prendere in analisi una fotocamera più recente. Può essere anzi interessante per tutte quelle persone che posseggono una “vecchia” fotocamera, come questa, e stanno pensando di sostituirla definitivamente con uno smartphone. Da notare poi come sia invecchiata benissimo sia a livello di design che di materiali.

Proprio per seguire questo filone dedicheremo una prima parte ad un breve versus con lo smartphone che attualmente utilizzo per il punta e scatta in mobilità: iPhone 14 Pro. Non essendo cambiato nulla o quasi da iPhone 15 Pro, questo versus può darvi una idea di quanto un salto generazionale di questo tipo può far la differenza. Ho personalmente provato i due dispositivi, prima di decidere di restare con iPhone 14 Pro, poiché nulla era cambiando se non il punta e scatta JPEG/HEIF dove il 15 Pro ha un software di post produzione migliore. Vi invito a visualizzare questo video per approfondire l’argomento nel caso siate interessati. Poiché in questo articolo parliamo di RAW elaborati prendere in analisi il 14 Pro o il 15 Pro è completamente irrilevante.

Gli unici smartphone che possono creare competizione, fotograficamente parlando, a questo Xiaomi sono Vivo X100 Pro e OPPO Find X7 Ultra che però non sono in vendita in Italia. Find X7 Ultra non solo ad esempio monta lo stesso sensore da 1″ stacked di Xiaomi 14 Ultra, ma addirittura sulla focale del 3X ha un sensore da 1/1.5″, grande quasi come il principale di un Honor Magic 6 Pro o iPhone per capirci. Speriamo che OPPO torni presto a vendere top di gamma in Italia, così da avere una competizione più ampia.


COMODITÀ: FOTOCAMERA O CAMERAPHONE?

Credo sia indubbio che portarsi dietro uno smartphone con un’ottima fotocamera sia decisamente più comodo di dover trasportare una fotocamera, le sue lenti, batterie extra e via dicendo. Lo smartphone potremmo dire che è un dispositivo “all-in-one” permettendoci la pre-produzione e la post-produzione senza necessità ulteriori. La fotocamera è dipendente dai suoi accessori e da un eventuale notebook/smartphone/tablet per la post-produzione o comunque la condivisione. Avere poi quattro focali su uno smartphone, facilmente intercambiabili con un tap, è sicuramente più comodo di star lì a cambiare lenti e doversele portare dietro.

Certo si può utilizzare una lente zoom per ovviare a ciò ma con due eventuali “difetti”: se la lente è economica probabilmente sarà così poco luminosa da far peggio di uno smartphone, almeno su micro quattro terzi. Se la lente è costosa, invece, probabilmente sarà ingombrante e pesante. Una focale fissa di 28mm pancake, ad esempio, comporta 50 grammi di peso e solo 20mm di lunghezza in più. Un 12-40 PRO arriva a pesare 280g con una lunghezza di 84mm, risultando ad esempio quasi più ingombrante della nostra YI M1 e non rendendola più tascabile.

XIAOMI 14 ULTRA: IL MIGLIOR SMARTPHONE PER FOTO?

In questo primo capitolo andremo a confrontare per l’appunto varie fotografie di iPhone 14 Pro, il mio attuale “cameraphone”, e Xiaomi 14 Ultra. Ero genuinamente curioso di capire se ci fosse davvero questa differenza netta raccontata in tante review e che l’anno scorso era decisamente meno marcata. Entrambi gli smartphone sono sicuramente gradevoli da usare grazie alla loro funzione RAW avanzata: ProRAW di Apple e UltraRAW di Xiaomi. Questi RAW pre-elaborati permettono una cattura più ampia di alcune informazioni e in alcuni casi già una ottimizzazione del file come una pulizia rumore pre-applicata nel caso di iPhone. Se su Xiaomi possiamo scegliere anche il “classico” RAW su iPhone non possiamo, almeno non con l’applicazione ufficiale.

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Quello che possiamo notare è come, senza alcuna modalità bokeh digitale, lo Xiaomi riesca a staccare il soggetto dallo sfondo in modo naturale. I soggetti sembrano molto più “tridimensionali”, passatemi il termine, rispetto alla fotografia molto più digitale e piatta della controparte. Questo risultato come vi raccontavo in precedenza è riscontrabile in tutti gli altri smartphone top di gamma in commercio, esclusi quei due Vivo e OPPO che però non sono in vendita nel nostro mercato. L’unico che riesce a replicare un risultato simile a Xiaomi è OnePlus 12 sulla 3X col suo OV64B ed una apertura focale di f/2.0. Samsung S24 Ultra ha sulla 5X un sensore simile a quello di Xiaomi ma ha una apertura focale molto più limitata di f/3.4. Honor Magic 6 Pro ha un sensore da 1/1.4″ sulla 2.5X ma senza il supporto RAW è limitato ad una elaborazione software proprietaria eccessiva.

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La differenza diviene meno marcata quando passiamo alla fotocamera principale, la 1X da circa 23-24mm per tutti gli smartphone. Questo anche perché non avendo quelle differenze nette come lo stacco dei soggetti dallo sfondo non notiamo lampanti differenze, se non dopo un piccolo zoom. Una foto standard 1X condivisa sui social, ad esempio nelle stories, probabilmente sarà identica per un top come un altro, al netto di accorgimenti di elaborazione. Se si cerca però qualcosa di più, è indubbio che anche qui si noti un cielo e dei colori a tutto tondo molto più naturali e “forzati”. Il cielo su iPhone è sempre più carico e piatto, dove sullo Xiaomi ha una sua reale gradazione. Notate come nella prima foto quella di Xiaomi sia più bilanciata, naturale, e quindi lavorabile.

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Se siete curiosi di sapere quanto sia la differenze di qualità nei video vi invito a recuperare il video confronto, poiché troverete qualche sorpresa. Se infatti è vero che iPhone ha un software eccezionale che permette di registrare dei video incredibili, è anche vero che ormai questo hardware più limitato inizia a farsi sentire. Uno Xiaomi nei video con le fotocamere secondarie risulta essere molto più competitivo in tanti scenari e con una stabilizzazione affidabile. Quello che manca sono gli extra “per la massa”: la modalità cinema cattura molto più pubblico del LOG 10bit 4K/60fps con anteprima dei LUT, limitato tra l’altro solo alla fotocamera 1X. Il 4K/120fps di Xiaomi è una figata, seppur molto situazionale.

SMARTPHONE VS FOTOCAMERA: FOTO 1X

Passando al confronto vero e proprio che ci interessa, quello con la fotocamera, ci focalizzeremo prima sull’utilizzo della fotocamera principale basata su sensore LYT-900. Questo avverrà paragonando lo Xiaomi 14 Ultra alla YI M1 con montato sopra un PanaLeica 15MM f/1.7. Avremo quindi una differenza di 5-6mm che in alcuni casi ho compensato con un leggero zoom, problema irrisorio in fatto di qualità “persa” ma che potete eventualmente tenere in considerazione. Ho scelto una delle migliori lenti prime così da avere un confronto il più competitivo possibile. Qui ovviamente avremo un classico RAW della fotocamera a 20MP contro l’UltraRAW a 12MP. Non trovo benefici nello scattare a 50MP su smartphone se non che poi si ottiene uno shutter lag fastidioso.

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Ho voluto iniziare da qualche scenario in controluce per mettere in crisi la fotocamera, sprovvista di funzioni HDR avanzate come ad esempio l’UltraRAW di Xiaomi. Parliamo vi ricordo di una fotocamera di ben otto anni fa e sviluppata da un brand che non aveva mai prodotto mirrorless. Ci sono leggere differenze di colore, colmabili con un fine editing su Lightroom, ma tutto sommato il risultato è similare. Si può notare come nella seconda foto si sia recuperato più cielo nello scatto di Xiaomi, cosa che sulla fotocamera avrebbe comportato qualche compromesso in più. Al contrario però recuperare più ombre sullo Xiaomi comporta decisamente più rumore, eliminabile ma al netto di perdere un po’ di dettagli.

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Nell’ultima foto di questo set potete notare una foto scattata con la YI M1 ad apertura f/1.7. In questi casi l’accoppiata sensore più grande e lente più luminosa fa completamente la differenza nel creare uno sfocato naturale anche a medie distanze. Se invece siamo decisamente più lontani, come nel primo o secondo caso, non si notano sostanziali differenze. Vi lascio poi gli scatti in una cartella in cloud dedicata così’ da poter analizzare eventuali EXIF se siate interessati e potrete trovare molte più foto all’interno di queste cartelle. Ho notato che gli UltraRAW di Xiaomi rimangono molto “effetto seta” sui dettagli, anziché sovraccaricarli in origine come iPhone e non applicano una correzione del rumore sensibile. Apprezzo questo aspetto poiché possiamo andare noi ad aggiungere nitidezza quanto vogliamo mentre il processo inverso sarebbe molto più arduo.

SMARTPHONE VS FOTOCAMERA: FOTO 3X

Avendo notato una differenza sì leggermente a favore della fotocamera, ma neanche troppo lampante ad un primo sguardo, ho deciso di passare ad un ottica un po’ più spinta. Ho utilizzato un 42.5mm f/1.8 con eventuale switch macro ad f/3.5. In questo caso parliamo di una lente economica dal valore di circa 100/150 euro ma che ha una resa identica alle stesse focali che ritroviamo su lenti panasonic e olympus. Il vantaggio di questa lente però è l’essere incredibilmente leggera: solo 120 grammi di peso.

L’autofocus con questa lente diventa decisamente meno reattivo e lento, soprattutto perché essendo una focale più spinta anche solo un piccolo errore può causare uno scatto buttato, cosa che è avvenuta spesso in questa sessione fotografica. I risultati che vedete qui sopra però sono impossibili da replicare con uno smartphone. Questo perché su una focale così spinta si notano decisamente di più le differenze ottiche come la quantità e qualità di bokeh che si può ottenere in un ritratto. Lo sfocato è morbido e piacevole, non “fastidioso” come quello ottenuto da un tele di uno smartphone. Avere delle lenti così grandi alla fine ha anche i suoi vantaggi, no?

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Occhio però alle macro: Xiaomi ci propone questa funzione su tutte le focali ma la 3X da 75mm è sicuramente la più indicata grazie alle sue lenti flottanti e la distanza minima di messa a fuoco ferma a 10cm. Seppur la lente tele che abbiamo montato sulla YI M1 abbia una funzione macro non riesce comunque ad ottenere lo stesso risultato di Xiaomi. Certo si può comprare una lente macro dedicata, su qualunque mirrorless, ma ciò comporta una spesa extra per una funzione che invece su questo smartphone troviamo perfettamente integrata. Nel 2025 ci aspettiamo che questa feature di lenti flottanti diventi lo standard su ogni smartphone. Al momento oltre Xiaomi solo Huawei ha utilizzato un sistema simile sul suo Huawei P60 Pro.

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Le differenze comunque rimangono abbastanza sensibili su questa focale, considerando che stiamo paragonando un sensore micro quattro terzi ad uno di dimensioni 1/2.56″. Se escludiamo foto a soggetti e ci focalizziamo su architettura e simili però, la differenza diviene meno impattante. Ricordate poi che non è la quantità di bokeh a rendere un ritratto bello o brutto, ma altri elementi come prima di tutto la composizione della foto o ciò che il soggetto sta esprimendo con gesti e pose. La messa a fuoco su smartphone risulta ormai fulminea anche su queste fotocamere secondarie, mentre sulla fotocamera ho perso qualche scatto.

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VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA FOTOCAMERA

Tra i vantaggi dell’usare una fotocamera c’è sicuramente quello di avere un vero e proprio sistema a disposizione: una volta acquistato il nostro corpo macchina possiamo continuare a sperimentare e cambiare fotografia semplicemente acquistando una lente differente ed arricchire quindi il nostro corredo. Cambiando corpo macchina non siamo costretti a cambiare anche le lenti acquistate in passato, avendo quasi un vero e proprio processo evolutivo negli anni. Vi basterà ad esempio comprare una lente manuale “vintage” per ottenere un risultato completamente differente, dove su smartphone ti devi “accontentare” di ciò che hai.

Il vantaggio di una fotocamera è sicuramente un eventuale grip e piacevolezza d’uso differente. Impugnare una fotocamera è decisamente più soddisfacente di un telefono, fattore che può sembrare banale ma in un ambito creativo come questo non è da dare per scontato al 100%. Xiaomi ha tentato di replicare tutto ciò proprio con il Photography Kit. L’idea di fondo è simpatica e ci porta proprio a pensare di più al telefono come fosse una vera e propria fotocamera. I vantaggi reali però sono fondamentalmente tre: un grip migliorato se scattiamo in orizzontale, la messa a fuoco con il tasto di scatto a doppia corsa ed infine la batteria extra da 1500mAh. Le varie ghiere e funzioni extra sono simpatiche ma poco reattive e pratiche, rispetto ad una fotocamera.


Una fotocamera compatta come questa YI M1, in compenso, ha una autonomia limitata: in questa sessione di 86 foto (JPEG + RAW) eravamo già al 15% di batteria residua, dove il telefono da inizio giornata era ancora al 76%. Certo possiamo tornare subito al 100% con delle batterie secondarie che però sono scomode ed hanno un costo extra, anche piuttosto alto se ufficiali. Non sottovalutiamo anche la qualità del display: basandomi su ciò che vedevo sullo schermo della YI M1 il 90% delle foto sarebbero state da gettare, mentre poi viste sul computer erano ottime foto. Su smartphone abbiamo un’eccellente anteprima in tempo reale grazie ad un display perfettamente calibrato, luminoso e di qualità.

Ultimo ma non meno importante su smartphone possiamo scattare la foto, schiaffarci su un preset su lightroom e condividerla nel giro di un minuto. Con la fotocamera o attendiamo di tornare a casa e ci mettiamo al pc o dobbiamo comunque avere uno smartphone dietro per trasferire le foto lì. Come extra direi che i menù e le impostazioni di scatto di uno smartphone sono molto più semplici della marea di scritte ed informazioni mal rappresentate graficamente nei menù di una fotocamera.

LO SMARTPHONE SOSTITUISCE LA FOTOCAMERA?

Sì e no, dipende. Dovete comprare la vostra prima fotocamera? Può aver senso comprare un ottimo cameraphone come questo Xiaomi 14 Ultra anziché investire del denaro su una fotocamera che potreste poi non utilizzare più. Un cameraphone difatti è quasi sempre un top di gamma completissimo che nella peggiore delle ipotesi svolge comunque al meglio tutte le altre funzioni che necessitate da uno smartphone. Viceversa una fotocamera svolgerà sempre e solo quella funzione.

Non è da sottovalutare poi il discorso che spendere 500-1500€ per un ottimo corpo macchina, per poi restare con la lente KIT è davvero un controsenso e purtroppo è una cosa che si vede spesso nel pubblico di chi si avvicina alla fotografia. Un fantastico corpo macchina limitato da un pessimo obiettivo otterrà un risultato peggiore di un mediocre corpo macchina con un eccellente obiettivo. Non va quindi preso in considerazione il costo solo della fotocamera ma anche delle eventuali lenti che volete abbinare ad essa.


Uno smartphone quindi può essere un acquisto molto più alla portata e che si ha sempre in tasca pronto ad ogni eventualità. Uno smartphone ti consente anche di passare molto meno nell’occhio in contesti urbani o eventi dove sembrate solo il turista/boomer di turno a fare le foto per i gruppi di whatsapp. Con una fotocamera anche soltanto al collo, invece, inizieranno tutti a guardarvi più storto ed in questi casi gli scatti sicuramente risulteranno poco naturali.

Se quindi siete curiosi di entrare nel mondo della fotografia o avete una vecchissima point & shoot o bridge ha più che senso optare per un cameraphone come questo Xiaomi 14 Ultra. Se iniziamo a paragonare invece questi device con Mirrorless anche di tanti anni fa, come in questo articolo, noterete come il gap da colmare è ancora molto e molto probabilmente non verrà mai riempito del tutto.

Ciò non toglie che se avete come fotocamera full frame pesante ed ingombrante come la Lumix S5 II nel mio caso, può avere senso viaggiare con soltanto un telefono in tasca il fine settimana o per qualche viaggetto, senza dover rimpiangere troppo l’assenza di una fotocamera professionale. Se non può sostituire quindi fotocamere di questa portata possiamo certamente dire che le affianca alla grande, facendoci perdere decisamente molta meno qualità di quanto eravamo abituati anni fa.

Non trascuriamo poi l’ambito video: uno smartphone come questo ci permette un 4K/120fps, qualcosa che è relegato soltanto alle fotocamere top con funzioni video avanzate. Anche il LOG 4K/60FPS è un qualcosa che a meno di non avere un corpo macchina recente e costoso non troverete su mirrorless economiche o del passato. L’autofocus poi è essenziale: lo smartphone grazie al suo SOC potentissimo permette di avere una gestione di questi automatismi incredibile, dove su una fotocamera del passato ma anche attuale soffre molto di più.

ABBIAMO BISOGNO DEI CAMERAPHONE?

Molto probabilmente no, poiché una fotocamera sul telefono spesso ci serve soltanto a condividere una fotografia sui social o un video. In questi casi spesso non conta il micro dettaglio, se il soggetto ha un bel bokeh che lo stacchi dallo sfondo o meno, ma ruota quasi tutto attorno al messaggio che state facendo passare con quella foto o video. Potremmo definire questi smartphone una nicchia che però è aperta a tutti. Il resto delle specifiche infatti, come potete notare nella recensione, sono comunque da vertici della categoria.

Personalmente ho iniziato ad apprezzare questi smartphone durante viaggi ed esperienze, dove girare con una fotocamera al collo non sempre è piacevole, sia per me che per chi mi sta attorno. Girare ad esempio per la Medina di Marrakech con una S5II mi avrebbe messo in condizioni sgradevoli dove invece con un telefono passi inosservato come qualunque turista. In queste situazioni avere in tasca una fotocamera di così alto livello può sicuramente essere piacevole per molti acquirenti. Vi ho raccontato ciò all’interno della riprova di Xiaomi 13 Pro quasi un anno fa.

In un periodo dove le compatte premium come la RX100 sono purtroppo ormai sparite, Xiaomi 14 Ultra però ha un suo perché ed un target di utenza ben delineato al quale mira. Chi cerca una prima fotocamera, specialmente qualcosa di compatto, non ha una vastissima scelta. Una Ricoh GR3 è l’unica alternativa veramente compatta in circolazione, “limitata” però da una focale fissa e con una qualità video al limite. Su Amazon per l’appunto l’unica point & shoot resta un RX100 V a 750€, una fotocamera decisamente vecchia, con una autonomia limitata e che con 2 minuti di registrazione video 4K si manda KO la fotocamera. Una micro quattro terzi entry level con un buon obiettivo prime ci viene a costare quasi 1000€, idem una Sony APS-C.

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Scritto da: redazione

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