Si è spenta a 81 anni a Pescara, dove si era trasferita tempo fa dal Friuli. Qui è nato l’impero della birra, con una storia incredibile legata al logo
di FoodCulture
Sapeva essere bellissima e tutti coloro che l’hanno conosciuta la descrivono come una donna raffinata, amante dell’arte e della cultura, con un carattere allo stesso tempo gentile e deciso. Si è spenta a 81 anni nella Pescara che da tempo aveva scelto come sua seconda casa, Annalena Menazzi Moretti. Rimasta vittima di un incidente domestico sul quale finora non trapelano ulteriori dettagli. Era l’erede dell’impero della Birra Moretti, uno dei marchi italiani più importanti, azienda fondata nel 1859 da Lugi Moretti con la prima denominazione di Fabbrica di Birra e Ghiaccio. Un gioiello dell’imprenditoria italiana che, nato inizialmente per soddisfare la clientela della sola provincia udinese, nel 2016 è arrivato a fatturare 1.153 miliardi di euro. Dal 1996 il marchio Birra Moretti è stato acquistato dalla multinazionale olandese Heineken.
Annalena, una signora dalla vita intensa
Il lutto familiare per la scomparsa di Annalena Menazzi Moretti, dovuto all’incidente domestico lo scorso 26 luglio, è stato celebrato con la sua memoria nel funerale che si è tenuto la sera del 27 luglio nella chiesa di San Pietro Apostolo a Pescara. Nel capoluogo abruzzese, la Menazzi Moretti viveva e promuoveva iniziative culturali fin dagli anni Sessanta. Lascia i figli Guido e Martina, la nuora Monia, le nipoti Maresia e Gisele e il fratello Luigi con la moglie Franca. Mentre portava avanti l’azienda di famiglia, poi ceduta alla Heineken, Annalena si è segnalata per l’intensa vita sociale, con l’apertura di spazi per mostre, mecenatismo culturale e scoperta e valorizzazione di nuovi talenti artistici.
“Sposerò il baffone”: storia di una famiglia e di un’immagine mitica
La memoria della famiglia di birrai Moretti e quella della vita imprenditoriale e privata di Annalena Menazzi Moretti, sono state affidate anni fa al suo libro autobiografico Sposerò il baffone, con evidente allusione all’uomo col cappello e i folti baffi che sorseggia la birra dal boccale in tutte le etichette Moretti. Sposò in Abruzzo l’ingegnere Riccardo Cristini che era lì per realizzare il nuovo stabilimento della Moretti, e morto in quella regione nel 2016 per un incidente. Il libro ripercorre anche l’intensa vita sentimentale della Menazzi Moretti, legata a principi, artisti, manager e al sociologo Dario Paolucci, morto nel 2012. Una curiosità sulle origini dell’immagine del mitico “Baffo” Moretti: per molto tempo il grande marchio di birra ha sostenuto la storia leggendaria secondo cui la foto che avrebbe ispirato il mitico logo era stata scattata nel 1942 da Lao Menazzi Moretti rimasto attratto dalla figura di un uomo che beveva nella trattoria Boschetti di Tricesimo. La verità emerse solo anno dopo: quella foto, che ritraeva in realtà Romed Schreiner che si rinfrescava con la birra durante la Domenica delle Palme del 1939 era stata fatta da Erika Groth-Schachtenberger che passava per la locanda Stangl a Thurau in Tirolo, non molto distante da Innsbruck. La fotografa Groth venne a conoscenza solo nel 1956 dello sfruttamento della sua foto da parte della Birra Moretti, e avviò una causa legale poi conclusasi con il riconoscimento del diritto d’autore e di un compenso concordato con l’impresa friulana.
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