Apple ha modificato di nuovo le regole per gli sviluppatori di app nell’Unione Europea, introducendo una nuova struttura tariffaria per i pagamenti esterni all’App Store. Questa decisione segue l’indagine della Commissione Europea che ha accusato Apple di violare il Digital Markets Act con le sue politiche anti-steering.
Ora, gli sviluppatori potranno evitare di pagare la Core Technology Fee (CTF), ma dovranno affrontare due nuove commissioni. A partire dall’autunno 2024, con iOS 18, iPadOS 18, macOS 15, tvOS 18, visionOS 2, e watchOS 11, potranno accettare due tipi di contratti diversi: l’Addendum ai termini alternativi per le app nell’UE oppure l’Addendum sul diritto al link di acquisto esterno (UE) di StoreKit.
Il primo addendum prevede ancora la CTF (0,50 euro per ogni prima installazione oltre una soglia di 1 milione di prime installazioni annuali) e consente di usare gli acquisti in-app dell’App Store, con una commissione aggiuntiva del 3% se si usa l’App Store Payment. Per le app iOS sull’App Store, si pagherà una commissione ridotta del 10% (per la maggior parte degli sviluppatori e per gli abbonamenti dopo il primo anno) o del 17% sulle transazioni di beni e servizi digitali, indipendentemente dal sistema di elaborazione dei pagamenti scelto.
Per questo addendum la Commissione inziale è del 5%, a cui si aggiunge la Commissione per i servizi dello store (Store services fee) che, in aggiunta a quella iniziale, serve per riconoscere a Apple le funzionalità dell’App Store, come la sua sicurezza, la revisione delle app, i controlli antifrode, ecc. Questa commissione è del 10%, che diventa del 5% per i piccoli sviluppatori che partecipano all’App Store Small Business Program.
Se invece si aderisce al secondo addendum, quello sul Diritto al link di acquisto esterno (UE) di StoreKit, non si paga più la CTF ma cambiano le tariffe del Linking out. La Commissione di acquisizione iniziale resta del 5%, ma la Commissione per i servizi dello store sale al 20%, e anche quella per i piccoli sviluppatori cresce e si attesta al 7%.
Insomma, è un ginepraio di tariffe e non è un caso che Spotify abbia definito la nuova politica di Apple “deliberatamente confusionaria”: l’azienda svedese ha anche accusato Apple di ignorare i requisiti fondamentali del Digital Markets Act, chiedendo alla Commissione Europea di accelerare l’indagine e di far rispettare il DMA con sanzioni giornaliere. L’amministratore delegato di Epic Games, Tim Sweeney, ha invece affermato che “Apple continua ad aderire in modo inadeguato imponendo una nuova tariffa spazzatura illegale del 15% agli utenti che migrano verso negozi concorrenti e monitorando il commercio su questi negozi concorrenti”.
E voi che cosa ne pensate di queste nuove tariffe? Diteci la vostra nei commenti qua sotto, mentre vi ricordiamo che per le sue violazioni Apple rischia una multa fino a 7 miliardi di euro.
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