Torna Dead Rising con la remaster del primo episodio: zombie e divertimento a volontà!
Un rilassante weekend al centro commerciale
Cosa c’è di meglio di entrare in un centro commerciale e scaricare tutto il proprio stress facendo shopping? Secondo Capcom è molto più rilassante passare tra i negozi non per fare la spesa, ma per massacrare allegramente una quantità infinita di zombie. Per capire come fare non dovete fare altro che continuare a leggere la nostra recensione di Dead Rising Deluxe Remastered! Nel lontano 2006, dove chi vi scrive aveva 26 anni e viveva il fulcro della sua giovinezza (che comunque continua ancora oggi), Microsoft stava spingendo a più non posso la sua Xbox 360 e nel farlo siglava accordi di esclusiva con i maggiori produttori di videogame, tra cui anche Capcom che sviluppò appositamente Dead Rising, un action in terza persona in cui il protagonista.
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Il fotoreporter Frank West, si ritrovava bloccato nel centro commerciale di Willamette, fittizia città del Colorado, in mezzo a una apocalisse zombie con l’intento di fare lo scoop del secolo scoprendone la genesi. Ovviamente noi dovevamo impersonare Frank che una volta lasciato da un elicottero sul tetto del centro commerciale aveva 72 ore a disposizione prima di tornare sullo stesso tetto e farsi portare in salvo nel viaggio di ritorno… ben sapendo che mancare l’appuntamento avrebbe significato restare a Willamette per diventare cibo per zombie. La fortunata serie di Dead Rising deve il proprio successo a una quasi totale libertà di azione del protagonista e alla sempre gradita mattanza indiscriminata che possiamo compiere sfruttando i tantissimi oggetti a nostra disposizione, tra mazze da baseball, martelli, sedie, ombrelloni e tanti altri. La stessa durata della partita è legata alle 72 ore che ci separano dal passaggio sicuro in elicottero, ma nonostante ci sia una trama principale da seguire, nulla ci impedisce di farci gli affari nostri per tutto il tempo a nostra disposizione.
Dopo aver portato sul mercato i rifacimenti di alcuni titoli storici, vedi la saga di Resident Evil, è quindi il momento per Capcom di dare nuovo lustro a Dead Rising, per quanto il punto più alto della saga sia stato Dead Rising 2, grazie a un protagonista più profondo, una trama maggiormente elaborata, un ambiente più grande e variegato, e la possibilità di creare mortali armi combinando diversi oggetti. Detto questo, per quanto superato da molti punti di vista, il primo episodio rimane saldamente ancorato nel cuore di molti appassionati, con Capcom che ha sicuramente pensato di fare leva sul desiderio dei gamer di fare ritorno a Willamette, senza contare che dopo un paio di episodi sottotono, la saga ha bisogno di tornare in auge e magari farsi conoscere dai giocatori più giovani che di Dead Rising hanno solo sentito parlare.
Tutto parte da un completo restyling grafico dettato dal motore Re Engine, già rodato sui remake dei vari Resident Evil oltre che su svariati titoli Capcom usciti nel recente passato o attualmente in via di sviluppo. Il Re Engine è stato decisamente in grado di dare una svecchiata a quanto visto in origine, per quanto, siamo onesti, il design di Frank sembra più tozzo e avanti con gli anni rispetto a come lo ricordavamo. Cogliamo quindi l’occasione per parlare subito dell’impianto grafico di Dead Rising Deluxe Remastered, segnalando una resa decisamente buona per quanto non a livello a livello di un “tripla A” dal punto di vista del dettaglio, ma non dimentichiamo che siamo davanti a una remastered proposta a un prezzo budget di 49,99 euro. Ho testato l’edizione per Xbox Series X che si è dimostrata fluida e senza rallentamenti di sorta anche nelle situazioni più affollate, riuscendo a gestire un enorme numero di zombie a schermo, uno dei marchi di fabbrica della saga.
Ci sono alcuni bug di compenetrazione, tanto che in alcuni rari casi abbiamo trovato dei morti viventi “intrappolati” in muri e colonne e anche l’illuminazione, mediamente buona, ha qualche momento rivedibile, soprattutto in situazioni di buio dove compaiono lampade e torce a squarciare l’oscurità. Insomma, tecnicamente non possiamo lamentarci, ma non dobbiamo attenderci un impatto “spaccamascella”. Per quel che riguarda il gameplay di Dead Rising Deluxe Remastered, non possiamo che fare un salto nel passato, visto una fedeltà quasi totale rispetto l’originale, nonostante alcuni interessanti miglioramenti che rendono più comoda la vita del gamer.
Sin dalle prime fasi di gioco, il nostro Frank si ritroverà impegnato a dividersi tra il rifugio dei pochi sopravvissuti e il centro commerciale brulicante di zombie, con l’intento di portare a termine i “casi” che gli permetteranno, passo dopo passo, di cercare una risposta alle decine di domande che gravitano intorno a quello che sta succedendo. Tutto è scandito dall’orologio al polso del protagonista e per riuscire a portare avanti la trama principale si dovranno rispettare dei requisiti del tipo “essere in una specifica parte del centro commerciale alla data ora”. Qualora dovessimo mancare anche solo uno di questi appuntamenti, la verità diventerà impossibile da essere raggiunta. Nulla di cui preoccuparsi troppo, perché il gameplay di Dead Rising è sempre stato studiato appositamente per regalare al giocatore una libertà quasi assoluta. Nulla vieta a Frank di fregarsene bellamente del suo scoop e passare il tempo tra i negozi del centro commerciale a massacrare zombie nei modi più divertenti e disparati o, persino, rinchiudersi nel rifugio aspettando il passare delle 72 ore per scappare in elicottero senza aver compiuto nessuna ricerca.
Come sopravvivere all’apocalisse zombie tra una motosega e una fotografia
Che si decida di seguire la trama oppure no, la costante delle nostre esplorazioni è la marea di morti viventi disseminata per il centro commerciale. Stiamo parlando di zombie in senso “classico”, cioè entità lente, stupide ma inesorabilmente attratte dalla carne umana. L’unico modo per donargli il riposo eterno è spappolargli il cervello con un colpo ben assestato o un proiettile (o uccidendo delle particolari api…), ma fate attenzione: il centro commerciale di Willamette è disseminato di oggetti di ogni tipo che potrete utilizzare per difendervi, ma le armi da fuoco sono estremamente rare. Pistole o simili sono più indicate per occuparsi degli psicopatici, altri sopravvissuti che invece di cooperare hanno letteralmente perso la testa iniziando a cacciare i propri simili.
Da un lato gli zombie sono un pericolo relativo e fanno paura solo quando siamo costretti ad affrontarne gruppi numerosi, dall’altro gli psicopatici sono i veri e propri boss da sconfiggere con impegno e dedizione, rivelandosi spesso lo scoglio più complicato da superare per sopravvivere. Ci sono anche altri superstiti in balia degli eventi e potremo aiutarli a trovare scampo nel nostro rifugio, trovandoli e facendoci seguire verso una zona sicura. Sia gli psicopatici che i superstiti hanno ricevuto un miglioramento legato all’intelligenza artificiale, con i primi che risultano ancora più mortali che in origine e i secondi che risultano un po’ meno indifesi nei confronti degli zombi, anche se mostrano ancora alcuni comportamenti non proprio razionali. Ad essi è dedicato uno dei miglioramenti del gameplay, dandoci la possibilità di rifornirli dei loro oggetti preferiti per aumentarne le possibilità di sopravvivenza. I miglioramenti non si limitano a questo, ma vanno a toccare diversi elementi, tra cui spicca la possibilità di mirare e muoversi nello stesso momento, o l’aggiunta dei salvataggi automatici e della possibilità di far scorrere le lancette dell’orologio, così che in caso di necessità potremo avvicinarci più velocemente a specifiche situazioni.
Si combatte in maniera più fluida che in passato, ma ci si deve sempre ricordare che Frank non è un eroe (e nemmeno vuole esserlo), muovendosi in maniere a volte goffe a causa di una reattività che ricalca quella di una persona qualunque. Certo, con il passare del tempo, collezionando uccisioni di zombie e salvataggi di superstiti, il nostro protagonista guadagnerà esperienza e salirà di livello andando a migliorare le proprie prestazioni e imparando nuove mosse.
Scattando foto con la macchina fotografica di Frank agli zombie o a appositi segnali sparsi per il centro commerciale, i punti esperienza saliranno vertiginosamente, ma notiamo con disappunto che Capcom ha deciso di operare una censura a riguardo: in originale se si riprendevano ragazze (sia vive che…zombie) in pose sexy si ricevevano bonus, mentre ora la possibilità è sparita, una scelta abbastanza incomprensibile visto che il titolo ha sempre mantenuto toni scherzosi e mai eccessivamente ammiccanti. Il sistema di aumento del livello è importantissimo anche perché quando moriremo potremo ricominciare il gioco con l’esperienza acquisita. Il sistema è chiaramente fatto in modo che sia praticamente impossibile finire Dead Rising alle prime run, ma il giocatore debba raggiungere un livello adeguato per poi provare a scoprire la verità salvando il maggior numero di superstiti possibile. Insomma, non ci si deve preoccupare dei game over iniziali e si può rinunciare alla trama per limitarsi a racimolare utilissima esperienza, anche perché oltre alla modalità principale, andando avanti potrete trovare delle graditissime sorprese.
Insomma, ci sono delle gradite innovazioni che non vanno a snaturare l’anima originale del gioco e se vi siete divertiti nel 2026 con Dead Rising, non farete alcuna fatica a calarvi nuovamente nei panni di Frank West, tra costumi sempre più pazzi e una enorme liberta di azione e approccio. Salutiamo con enorme piacere l’inserimento di tante nuove localizzazioni e anche se il mercato dei videogame sta sempre più abbandonando l’italiano, Capcom ci offre un doppiaggio interamente in italiano, sia nei dialoghi presenti in origine, sia in tante nuove battute inserite per l’occasione. Bisogna assolutamente premiare la scelta visto che è chiaro l’investimento fatto dalla casa di sviluppo per il pubblico del bel paese.
Passate queste 72 ore virtuali, il ritorno a Willamette si è rivelato fresco e affascinante come nel 2006 e possiamo perdonare senza troppi patemi qualche difetto che accompagna Dead Rising Deluxe Remastered, consigliando il gioco sia a chi ha già passato innumerevoli partite nei panni di Frank West, sia a chi vuole avvicinarsi oggi a una saga che ha fatto storia, senza scendere a compromessi tecnici. La speranza è che tutto questo sia solo un trampolino per Capcom in modo che il marchio di Dead Rising possa trovare nuovo slancio e dare i natali a un tanto desiderato nuovo episodio di una saga che ha ancora molto da dire e che ha dimostrato di essere invecchiata molto bene. Ricordate: se nel fine settimane dovete andare al centro commerciale, tenete d’occhio gli scaffali dove vendono le motoseghe: potrebbero salvarvi la vita!
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