In rete è nata una grossa polemica per le presunte censure della guerriera di Dragon Quest 3 HD-2D Remake, che sarebbero dovute alla solita cultura woke. Sostanzialmente l’accusa ha puntato il dito sul fatto che il personaggio sarebbe stato vestito con della biancheria, lì dove il design originale di Akira Toriyama lo voleva nudo sotto la corazza.
Censura? Sì, del 2012
In realtà la censura c’è stata, ma non certo nel 2024. Il redesign risale infatti al 2012, ossia a 12 anni fa, su Nintendo 3DS. Inoltre lo stesso non fu dovuto necessariamente alla pubblicazione in occidente, dato che fu realizzato per Dragon Quest Monsters: Terry’s Wonderland, remake di Dragon Quest Monsters, che uscì solo in Giappone.
A cosa fu dovuta la vestizione della guerriera, quindi? Non certo a polemiche politiche, come vorrebbero alcuni, ma alla semplice necessità di ottenere una valutazione “per tutti” del CERO, l’organo di classificazione dei videogiochi giapponese (avete presente il PEGI in Europa o l’ESRB in USA?)
In Dragon Quest 3 HD-2D Remake è stato mantenuto il nuovo design, con soltanto una modifica: la colorazione della biancheria, ora marrone invece che nera.
Le informazioni provengono dalla comunità di Dragon Quest, che ha voluto rispondere alle polemiche fomentate da un video di Asmongold, in cui il noto influencer ha cavalcato la presunta censura per attaccare la cultura woke. Alcuni hanno anche preso una recente intervista a Kazuhiko Torishima e Yuji Horii, concessa in occasione del TGS 2024, in cui i due si sono fanno ironia su come vengono recepite le opere giapponesi in occidente, con la necessità di continui adattamenti (parlano anche di manga e anime), facendo battute su alcuni aspetti che non apprezzano e non capiscono, (parlano ad esempio dell’uso di “corporatura di tipo A e B” invece di maschile e femminile) ma spiegando anche che le modifiche sono state apportate per compiacere gli organi di classificazione e parlando espressamente dell’influenza della religione cattolica (non proprio progressista, per definizione) su certe scelte. Insomma, esprimono un conflitto tra il modo di vedere le cose in oriente e in occidente che esiste da anni (come dimenticare i crocifissi di Castlevania censurati?)
Naturalmente l’intervista è stata interpretata da alcuni come una prova del fatto che Dragon Quest 3 HD-2D Remake sarebbe stato influenzato dalla cultura woke, perché i due fanno delle considerazione abbastanza pesanti sulla difficoltà di rapportarsi con gli Stati Uniti.
Commenti post (0)