di Ansa
(ANSA) – GENOVA, 16 NOV – Lo sciopero proclamato dallo Snater
non ha fermato, ieri sera, al Carlo Felice di Genova, la “Lucia
di Lammermoor”. Il capolavoro tragico donizettiano è andato in
scena con il coro a ranghi ridotti che certamente non ha giovato
alla resa di alcune scene. Ma al di là di questo, lo spettacolo
si è svolto regolarmente. Prima dell’alzarsi del sipario il
sovrintendente Claudio Orazi ha espresso il proprio dissenso per
la decisione del sindacato, in quanto lo sciopero era stato
proclamato contro la legge finanziaria e non contro la politica
della Fondazione genovese. Ha inoltre annunciato che dopo
vent’anni di attesa, finalmente nei giorni scorsi è stato
siglato il nuovo contratto nazionale di categoria.
“Lucia” era affidata alla direzione di Francesco Ivan Ciampa e
alla regia di Lorenzo Mariani in un allestimento del Teatro
genovese in coproduzione con il Comunale di Bologna e
l’Abao-Olbe di Bilbao.
Punto di forza dello spettacolo, il cast.
Franco Vassallo è stato un eccellente Enrico per qualità vocali
e presenza scenica. Nina Minasyan, al suo debutto a Genova, ha
tratteggiato una Lucia di forte tensione emotiva ottenendo i
meritati applausi nella famosa scena della pazzia, in cui i suoi
vocalizzi (le parole lasciano il posto a pura espressione
musicale dell’irrazionale, della follia) vengono sostenuti e
raddoppiati non dal flauto (come in genere accade) ma da una
celestiale glassarmonica. Infine Ivan Ayòn Rivas ha affrontato
con generoso impeto il ruolo di Edgardo. Non meno lodevoli le
prove di Luca Tittoto (Raimondo) e Paolo Antognetti (Arturo).
Sul podio Francesco Ivan Ciampa ha diretto con rigore, spesso
però eccedendo in dinamiche e non sempre mantenendosi in
sintonia con il palcoscenico: apprezzabili i momenti più lirici
e palpitanti, discutibili gli eccessi così fondamentali nel
Donizetti drammatico. La scena di Maurizio Balò, totalmente
spoglia prevedeva un fondale “aperto” una grande finestra dietro
alla quale si poteva notare un grande giardino con alberi in
movimento o un mare in tempesta. In questo spazio indeterminato,
Lorenzo Mariani ha ambientato l’azione spostando la data degli
eventi al Novecento e puntando su una immotivata violenza: così
escono impreviste pistole, Raimondo minaccia con rabbia Enrico,
Enrico aggredisce con inaudita prepotenza la sorella e Lucia
viene persino mostrata impiccata. Una lettura discutibile,
compromessa anche da problemi tecnici: una scena iniziata al
buio, il fondale che si accendeva e spegneva. Applausi comunque
calorosissimi. Prima replica domani alle 15. (ANSA).
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di Ansa
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